Temi di attualità

Culture giuridiche e traduzioni

Un’analisi dei testi giuridici tedeschi e francesi

Ultimo aggiornamento: 20.07.2010

Le traduzioni specializzate relative al settore giuridico richiedono particolari competenze del traduttore. La traduzione di un testo giuridico non richiede soltanto un’adeguata competenza linguistica, bensì approfondite conoscenze specialistiche del traduttore. I contratti, gli atti e le sentenze rispecchiano le tradizioni giuridiche della rispettiva lingua nazionale.
Il dott. prof. em. Bernd Spillner dell’Università Duisburg-Essen esamina in ‘TRANS - periodico internet per le scienze culturali’ i “contrasti interlinguali tra testi giuridici direttivi” e le particolarità da essi derivanti per le traduzioni tedesche e francesi. (http://www.inst.at/trans/17Nr/6-4/6-4_spillner17.htm )
Lo studio di Spillner non ha per oggetto le traduzioni di leggi, ma riguarda i testi appartenenti al settore dei decreti legislativi. Secondo Spillner le lingue dei testi di legge presentano molte affinità, grazie alla comune tradizione giuridica nel continente europeo, mentre la lingua del sistema giuridico attinente i decreti, le ordinanze e le norme amministrative è molto più condizionata dalla rispettiva tradizione e cultura nazionale.
Analizzando i testi direttivi (leggi, ordinanze, decreti, disposizioni di attuazione ecc.) Spillner vuole mostrare le differenze tra i corpora specialistici dei linguaggi giuridici in Germania e in Francia.
Egli presenta dapprima una dettagliata rassegna della letteratura sulla teoria e sulla prassi della traduzione in diversi settori, riguardante non solo i testi giuridici. Nel contesto delle traduzioni relative al settore giuridico Spillner rimanda anche alla letteratura esistente sulle combinazioni linguistiche danese-tedesco e italiano-tedesco.
Spillner tratta poi per esteso i contrasti tra i decreti legislativi tedeschi e quelli francesi ed analizza le rispettive terminologie, il costrutto e la sintassi sull’esempio del termine tedesco “Verordnung” (ordinanza/decreto/regolamento) e del suo corrispondente francese.
Spillner arriva alla conclusione che anche nel caso di due tipi di testi, considerabili come equivalenti in una combinazione di lingue, sono riconoscibili i contrasti linguistici, stilistici, testuali e specialisti che rispecchiano le differenti tradizioni giuridiche e culture amministrative.
Spillner trae pertanto la seguente deduzione conclusiva: “Per la realizzazione di un sistema giuridico internazionale – come avviene fra l’altro oggi in Europa – è assolutamente necessario rispettare le particolari differenze terminologiche tra le lingue nonché gli aspetti interculturali dei tipi di testo.”
Altrettanto rilevante per i traduttori e per i clienti è che Spillner pone in evidenza che sono possibili contrasti e variazioni anche all’interno di un’unica lingua parlata in differenti nazioni e culture – come ad esempio nel caso del francese o dell’inglese, quali lingue ufficiali parlate in differenti continenti, o anche p. es. del portoghese in Portogallo e in Brasile.
Per questo motivo è particolarmente importante che le traduzioni giuridiche vengano affidate a traduttori qualificati. Soltanto essi sono infatti in grado di garantire la realizzazione e la verifica di un ordine di traduzione, non solo in riferimento alla lingua, ma anche alla terminologia specifica di una nazione.
Ulteriori articoli sul tema delle traduzioni di testi giuridici nella combinazione tedesco-francese sono disponibili anche presso Jakob Wüst: Der französische Einfluss auf die kontinentaleuropäische Rechtssprache (L’influsso francese sul linguaggio giuridico dell’Europa continentale), anch’esso disponibile presso TRANS Internet-Zeitschrift für Kulturwissenschaft (‘TRANS - periodico internet per le scienze culturali’) n°  17, http://www.inst.at/trans/17Nr/6-4/6-4_wuest17.htm

 

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Una patria per i talenti ignoti
Tradurre in condizioni ideali:

Articolo del 02.07.2010
Il Collegio Europeo dei Traduttori (EÜK) a Straelen
http://www.uebersetzerkollegium.com


“È fantastico trovarsi con persone che vivono per e con la lingua parlata”
è quanto afferma la traduttrice Bettina Münch che visiterà l’anno prossimo come ‘Translator in Residence' il Collegio Europeo dei Traduttori (EÜK) a Straelen.
 (Bettina Münch in Porträt della Frankfurter Rundschau: http://www.fr-online.de/frankfurt_und_hessen/nachrichten/frankfurt/?em_cnt=2609168&em_ivw=fr_frankfurt
Il Collegio dei Traduttori vuole essere una patria per i “personaggi meno noti del mondo della letteratura”. Un luogo dove i traduttori si incontrano – spesso in cucina, “perché per la maggior parte sono nottambuli”, come conferma anche Bettina Münch, – per scambiarsi esperienze, stratagemmi e trucchi del mestiere di traduttore.
Elmar Tophoven, il traduttore tedesco di Beckett, rifacendosi alla tradizione storica della medievale scuola di traduttori di Toledo, voleva creare una residenza per i “costruttori di ponti” della letteratura mondiale.
Tophoven, in collaborazione con Klaus Birkenhauer, l’allora presidente dell’Associazione dei traduttori letterari, si è dedicato con accanimento alla creazione di un “eliseo terreno dei traduttori”, una nuova “Scuola di Toledo”, e nel 1978 si è potuto finalmente festeggiare la fondazione del "Europäisches Übersetzer-Kollegium Nordrhein-Westfalen in Straelen e.V." (Collegio Internazionale dei Traduttori a Straelen, Nord Reno-Westfalia, Ass. reg.) che su scala mondiale è il primo e più grande centro di lavoro internazionale per traduttori professionali di opere letterarie e di libri di divulgazione.
Traduttori letterari da tutto il mondo arrivano a Straelen per eseguire traduzioni commissionate dalle case editrici ed avvalersi della vasta biblioteca e delle attrezzature tecniche offerte dal Collegio, ma soprattutto per incontrare altri traduttori.
Il lavoro dei temporanei inquilini del Collegio dei traduttori viene supportato attraverso vari espedienti e metodologie. Viene nominato periodicamente un ‘Translator in Residence’, ovvero un traduttore che supporta gli incontri tra gli ospiti, dà il benvenuto ai nuovi arrivati e cura le pubbliche relazioni attraverso letture e workshop.
Due volte all’anno famosi autori di lingua tedesca ed i loro traduttori stranieri si incontrano in occasione dei cosiddetti Atriumsgespräche. Questi colloqui tra autori e traduttori consentono di celebrare il lavoro artistico dei traduttori letterari e contribuiscono alla prevenzione di errori e malintesi nel transfer linguistico e culturale. Nel 2009 l’autore Uwe Tellkamp ha incontrato a Straelen i traduttori del suo premiato libro “La torre”. I traduttori della “Torre” provenivano da 11 nazioni: Bulgaria, Danimarca, Francia, Italia, Catalogna, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Spagna e Ungheria. Nel 2010 avrà luogo un incontro tra i traduttori del libro “Corpus Delicti” e la sua autrice Juli Zeh. Questa volta i traduttori provengono dai seguenti stati: Belgio, Brasile, Bulgaria, Italia, Croazia, Nuova Zelanda, Polonia, Svezia, Taiwan e Turchia.
Il premio per traduttori viene assegnato annualmente per lodare eccezionali prestazioni nel settore delle traduzioni letterarie dal tedesco in un’altra lingua o viceversa. Quest’anno il premio è stato assegnato alla dottoressa Sabine Baumann di Francoforte sul Meno per la sua nuova traduzione dal russo del poema “Eugenio Onegin” di Alexander Puschkin nonché del commentario di 1300 pagine sull’opera di Puschkin scritto da Vladimir Nabokov e tradotto per la prima dall’inglese americano in tedesco da Sabine Baumann.



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Il mondo delle lingue:

Cos’è l’ugrofinnistica?

Articolo del 19.05.2010

L’ugrofinnistica è la scienza che studia il gruppo ugrofinnico della famiglia linguistica uralica, il quale oggi è costituito principalmente dal finlandese, dall’ungherese e dall’estone.

Ogni persona interessata alle lingue e che ha già avuto occasione di ascoltare uno di questi idiomi ha potuto constatare un suono completamente differente da quello delle lingue romanze o nordiche.
Questo gruppo di lingue forma un’enclave linguistica in Europa ed è di particolare rilievo, poiché non appartiene al corpo linguistico indoeuropeo. Le lingue originariamente diffuse negli Urali migrarono assieme ai loro locutori; si presume che il ramo finlandese è originario dell’attuale territorio di insediamento, mentre l’ungherese è arrivato in Ungheria soltanto nel X secolo d. C. con l’avvento dei magiari. L’estone pertanto non appartiene al gruppo delle lingue baltiche come ad esempio il lettone ed il lituano parlati nelle regioni limitrofe.

Nelle epoche successive questi idiomi sono andati diversificandosi sempre di più, fino a creare enormi differenze tra le lingue ugrofinniche, ovvero gli ungheresi ed i finlandesi – nonostante la loro comune famiglia linguistica – non sono più in grado di comprendesi.
Tuttavia ciò non pregiudica la straordinaria cortesia che caratterizza i rapporti tra i finlandesi e gli ungheresi. In un aneddoto tramandato in entrambe le lingue troviamo per esempio un reciproco elogio dell’altrui erudizione e saggezza:
“I finlandesi raccontano questa versione: Erano partiti assieme agli ungheresi dagli urali con carri, cavalli e l’intera famiglia. Finalmente raggiunsero le alte montagne dei Carpazi dove trovarono un’insegna con la seguente indicazione: “Ungheria sempre diritto”. E tutti coloro che sapevano leggere e non erano troppo pigri scalarono le montagne in direzione dell’Ungheria. Gli altri svoltarono a destra (verso il nord) e giunsero così in Finlandia.
Nella versione ungherese di questo aneddoto l’insegna ai piedi delle montagne reca invece la seguente dicitura: “Finlandia a destra” e in Ungheria raccontano che i più saggi, quelli che sapevano leggere, raggiunsero così la penisola scandinava.”
(citazione da: http://www.ungarnaktuell.de/Literatur.htm )

In Germania è possibile studiare ugrofinnistica! Le università di Gottinga, Amburgo e Monaco sono dedite alla ricerca ed all’insegnamento nei settori della scienza letteraria, della linguistica e dello studio della storia, geografia, cultura e dei costumi delle due nazioni:
http://www.finnougristik.uni-muenchen.de/index.html
http://www.uni-hamburg.de/ifuu/
http://www.uni-goettingen.de/de/sh/106929.html
 
La lingua finlandese:
Appare ormai evidente che il finlandese è inevitabilmente destinato a diventare una lingua mondiale. Già nel 1989 Richard Lewis argomentava così tale evoluzione:

1. Discutiamo attraverso una lingua che è essenzialmente logica. Le regole vengono rispettate nel modo più assoluto e senza eccezioni.

2. È una lingua eufonica. In altre parole: è un piacere per l’orecchio. Ciò è dovuto alla prevalente quantità di vocali che impediscono sconsiderate combinazioni di consonanti. Più di una volta è stata avanzata la proposta di esportare alcune vocali nella Repubblica Ceca, dove ne lamentano la perenne carenza, per importare al loro posto alcune consonanti ceche - ma le trattative sono state abbandonate già molto tempo or sono. I finlandesi non vogliono avere nulla a che fare con una lingua che chiama il gelato “zmrzlina” mentre i cechi diffiderebbero di una lingua che lo chiama “jäätelöä”.

3. Il finlandese è una lingua concisa. Una parola finlandese può significare diverse cose in tedesco. Perché perdete tempo per dire “Commissione per la conduzione di trattative per la cessazione di conflitti armati” quando si può usare una parola così semplice come “aseleponeuvottelutoimikunta”?

4. Imparare il finlandese incrementa la fiducia in se stessi. Se si riesce ad apprendere il finlandese si è in grado di imparare davvero tutto.

5. La lingua finlandese conosce imprecazioni più lunghe ed efficaci di ogni altra lingua.

Tuttavia imparare il finlandese significa anche dover superare alcuni ostacoli, ovvero quelli della sua grammatica:
“Oggetti diretti
La maggior parte dei libri di grammatica finlandesi sono particolarmente facili da comprendere quando descrivono gli “oggetti diretti”. Il contenuto è approssimativamente il seguente:  in finlandese un oggetto diretto (generalmente noto come “oggetto all’accusativo”) può essere declinato al nominativo, genitivo o partitivo. Al fine di rendere il tutto ancora più facile il nominativo e il genitivo vengono chiamati “accusativo”. Inoltre esiste anche un vero e proprio accusativo, il quale però non ha alcun nome preciso. Particolare prudenza è necessaria quando si utilizzano definizioni grammaticali. Quando si legge la parola “accusativo” si deve pensare ad un nominativo o genitivo, ma mai ad un accusativo; la designazione “nominativo” può significare accusativo o forse nominativo; “genitivo” può significare accusativo o semplicemente genitivo, mentre un “partitivo” è sempre partitivo, tranne nei casi in cui potrebbe rappresentare un accusativo.”
(citazione da: http://www.lenz-online.de/reisen/finland/sprache.htm )


La lingua ungherese:
Anche gli ungheresi – fedeli alle tradizioni della famiglia linguistica a cui appartiene anche il finlandese – sembrano voler confermare grammaticalmente la singolarità della loro lingua:
“Dal punto di vista grammaticale l’ungherese dà l’impressione di volersi distanziare dai costumi europei con tutta l’ostinazione di un figlio unico” scrive Wilhelm Droste nel suo articolo “Riflessioni sulla caparbietà della lingua ungherese – Una dichiarazione d’amore” dal ‘Neuen Pester Lloyd’ un giornale ungherese edito in lingua tedesca (citazione da: http://www.ungarn-guide.com/sprache_01.php )
Droste afferma che apprendere l’ungherese è “tormentosamente difficile. Al pari degli ungheresi, che non riescono quasi mai a liberarsi completamente del loro accento e di altre peculiarità linguistiche quando imparano un’altra lingua, anche per gli stranieri è pressoché impossibile assimilare alla perfezione l’ungherese. … La lingua è come un baluardo, dietro al quale una nazione può trincerarsi con tutti i suoi segreti e le sue particolarità.  Nella lotta per una sovrana autoaffermazione questo bastione vale più di tutte le armi e di tutti i denari di questo mondo.”

In occasione del 250° anniversario della nascita di Ferenc Kazinczy, il maggiore riformatore della lingua ungherese, l’Istituto Balassi per la cultura ungherese è alla ricerca della parola più bella del paese. La popolazione viene esortata a votare la parola ungherese più prediletta. L’attuale hit list è consultabile presso www.szoszavazo.hu .
Ecco quanto scrive il Pester Lloyd (29-2009 del 17.07.2009):
“Agli stranieri qui viventi fischiano comunque continuamente le orecchie quando vengono investiti dall’onda dello tsunami linguistico magiarico, una miscela di cantilena molto romantica e di testardaggine linguistica. E se si domandasse agli espatriati qual è la parola più ungherese di tutte la risposta più probabile sarebbe l’onnipresente “Nincs” (it.: niente da fare) spesso tutelato da un insincero “sajnos” (purtroppo), la cui traduzione più fedele potrebbe resa in berlinese con “Hamwanich” (it: “non l’abbiamo”) e che è inteso in un modo altrettanto sfrontato. Tuttavia “nincs” ha un suono altrettanto sgraziato come il suo significato e sicuramente non è un vocabolo a rischio di estinzione.
… Nel 2004 in Germania è stato eseguito un simile sondaggio. Ha vinto “Habseligkeiten” (beni/averi) seguito da “Geborgenheit” (sicurezza), “lieben” (amare) e “Augenblick” (momento/attimo/istante) nonché “Rhabarbermarmelade” (marmellata di rabarbaro). (http://www.pesterlloyd.net )


La lingua estone:
I suggerimenti per i visitatori dell’Estonia offerti da Estlandia.de, un’eccellente guida turistica dell’Estonia, danno un’idea di ciò che è lo ‘spirito estone’:
“Informazioni utili per i visitatori dell’Estonia
- nella maggior parte dei bar è in uso la cosiddetta auto-ordinazione. È necessario ordinare al banco i prodotti, prima di poterli e doverli portare fino ad un tavolo. (Un servizio da parte di camerieri è usuale soltanto nei ristoranti.) - Si sono già visti turisti meno flessibili rimanere seduti ad un tavolo affamati fino all’ora di chiusura - né qualcuno si è sentito in dovere di svelare ai turisti le tradizioni in uso per le ordinazioni. Per comprendere questo atteggiamento vedere …:
- Gli Estoni sono un popolo cortese, ma timido nei confronti di stranieri. È opportuno non sperare di poter comunicare così facilmente con loro. E chissà cosa dovrebbe accadere prima che uno di loro si rivolga ad uno straniero.
- Con i fiori non si può mai sbagliare. Se si riceve un invito ad una piccola o grande festa a casa di un estone è importante ricordarsi dei fiori da regalare alla signora di casa. Sono graditi tutti i tipi di fiori - si devono evitare soltanto i garofani rossi. Questi fiori, per quanto siano belli, ricordano agli estoni i funerali dei dirigenti di partito socialisti.
- Levarsi le scarpe. In Estonia è uso levarsi le scarpe quando si visita una casa privata. In questo modo si mostra rispetto alla signora della casa, giorno per giorno affaccendata nelle pulizie (o che paga almeno una rispettiva aiutante professionale). Accedere al salotto con le scarpe da città è considerato in ogni caso come una grossolanità.
- I supermercati sono aperti ogni giorno dell’anno e perfino a natale. (Ovvero non esiste alcuna buona scusa per presentarsi senza fiori ad una festa di famiglia.)
- Non abbracciate mai le persone. Abbandonate quest’usanza. Gli estoni conoscono la stretta di mano, ma anche questo gesto viene impiegato con parsimonia. Lo ripetiamo ancora una volta: Non abbracciate in nessun caso un estone. Fanno eccezione soltanto eventuali momenti più intimi.

- La lingua estone non conosce i generi grammaticali e non ha neanche un futuro (almeno dal punto di vista grammaticale).”
(http://www.estlandia.de/wissen.html )
 
 
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Traduzioni e gestione della qualità:

Dal Kaizen giapponese fino alla DIN EN ISO 9001:2008

Articolo del 30.04.2010

La moderna gestione della qualità (QM) è diventata uno standard della DIN EN ISO 9001:2008.

L’Ufficio di traduzioni Eurolingua Übersetzungen GmbH & Co KG è certificato sia secondo la DIN EN ISO 9001:2008 sia secondo DIN EN 15038 e soddisfa i requisiti di un moderno prestatore di servizi.

Elemento essenziale del sistema di gestione per la qualità è il processo di continua ottimizzazione (KVP) influenzato della filosofia di vita e di lavoro del Kaizen giapponese.

Kaizen significa ‘cambiamento in meglio’.
Questa metodologia, intesa dapprima come una filosofia verso un costante miglioramento, ha raggiunto l’apice del successo attraverso la sua trasposizione in concetti utili all’economia.
L’approccio non consisteva in un’innovazione caratterizzata da discontinui miglioramenti ma in un perfezionamento graduale eseguito a piccoli passi. Anziché stancare il cliente con sempre nuovi prodotti, il processo di ottimizzazione continua ha per obiettivo l’ottenimento della massima soddisfazione dei clienti attraverso una qualità eccellente dei prodotti e dei servizi.
Il Kaizen dà risalto soprattutto al fattore umano. Collaboratori ben qualificati e motivati sono fondamentali per il successo di un’azienda; la formazione ed il perfezionamento professionale non rappresentano un fattore di costo bensì un investimento nel futuro.
Il sistema di gestione per la qualità garantisce il processo di ottimizzazione continua attraverso la pianificazione, il controllo, l’assicurazione e il perfezionamento della qualità.

Per un fornitore di servizi di traduzione come la Eurolingua Übersetzungen GmbH l’attuazione delle norme DIN EN ISO 9001:2008 e DIN EN 15038 si traduce nell’impegno di realizzare un valido ed efficiente sistema di gestione per la qualità, mirante a soddisfare in modo ottimale, puntuale e costante le aspettative dei nostri clienti. L’obiettivo consiste nel garantire la massima soddisfazione dei clienti.
Ciò avviene non solo attraverso l’impegno volontario di rispettare le disposizioni della norma DIN EN 15038 ‘Servizi di traduzione’ ma anche ai sensi di un’ulteriore certificazione secondo DIN EN ISO 9001:2008 che prevede costanti controlli e riconferme della certificazione attraverso un organo esterno.  

Lo scambio cultuale - Aspetti storici al di là di DIN e EN: La scuola di traduttori di Toledo

Articolo del 16.04.2010

Nella sua opera principale, “La traduzione”, Georges Mounin sottolinea che non è per niente sorprendente che la Spagna del XII secolo abbia ospitato per un secolo e mezzo la prima scuola di traduttori finora nota.
Ilija Trojanow e Ranjit Hoskoté descrivono l’Al-Andalus iberico come la capitale della cultura europea durante l’intero medioevo. (Trojanow/Hoskoté: Kampfabsage, Monaco 2009); e Toledo divenne la ‘Bagdad dell’occidente’.
La scuola di traduttori di Toledo - Escuela de Traductores - venne fondata nella prima metà del XII secolo dall’arcivescovo Raimondo di Toledo. La Spagna, quale punto d’incontro fra il mondo arabo, giudaico e cristiano, oltre a possedere preziosi manoscritti da tradurre attirava a se anche gli studiosi di tutta Europa.
Tra i famosi traduttori di Toledo sono da annoverare soprattutto Gerardo da Cremona e Roberto di Ketton che nel 1143 curò la prima traduzione latina del Corano.
Vennero tradotti manoscritti dal greco, dall’ebraico e dall’arabo. A Toledo venne sviluppato a tale scopo il metodo della cosiddetta ‘traduzione in collaborazione’, ovvero un ebreo o un musulmano traduceva oralmente il testo arabo in una lingua romanza o in castigliano e questa versione orale veniva poi resa in latino da un cristiano.
A Toledo vennero tradotti Aristotele, Euclide, Tolomeo, Galeno, Plotino e Proclo nonché le opere di Maimonide e Averroè.
L’intenso scambio culturale tra musulmani, ebrei e cristiani introdusse nuovi e durevoli impulsi per la modernità dell’Europa.
Trojanow e Hoskoté non si stancano di evidenziare che soltanto la confluenza delle culture apre la strada al progresso intellettuale e culturale. Essi identificano soprattutto in Al-Andalus e nei suoi 800 anni di esistenza il seme che ha dato vita all’Europa moderna e non riconducono ciò soltanto all’influsso esercitato dal mondo arabo, ma pongono in evidenza che lo stesso Islam aveva subito influssi dalla Persia, dall’India e dalla Grecia.
I traduttori di Toledo – i prestatori di servizi del medioevo – ci collegano con tutte queste radici dell’era moderna.



Informazioni derivanti dalla pratica:
Diritto pubblico e diritto penale per traduttori e interpreti


Gli aspetti giuridici derivanti dai diritti d’autore non devono essere considerati soltanto per le traduzioni di testi bellettristici, bensì anche per le traduzioni di testi settoriali o tecnici. Lo stesso vale anche per le attività di interpretariato. Manuel Cebulla è un traduttore giurato che ha studiato diritto commerciale e diritto dei mezzi di informazione. Combinando il suo know how e la sua pluriennale esperienza professionale come interprete e traduttore con le sue conoscenze giuridiche è stato il primo a pubblicare uno scritto dall’approccio scientifico, ma anche vicino alla prassi, sui diritti d'autore per interpreti e traduttori:
Manuel Cebulla, Das Urheberrecht der Übersetzer und Dolmetscher, ISBN 978-3-86573-319-1, Berlino 2007
Nella sua monografia sul tema del diritto penale nel settore della mediazione linguistica Manuel Cebulla analizza dapprima le norme basilari dell’attività di traduzione nonché le specifiche norme sanzionatorie. Cebulla considera anche normative internazionali come le norme DIN e le norme del BDÜ (Associazione federale dei traduttori e interpreti). I reati possibili nella prassi dell’attività di traduzione vengono illustrati partendo da una differenziazione scientificamente e giuridicamente fondata delle attività di interpretariato e di traduzione.  
Manuel Cebulla, Sprachmittlerstrafrecht. Die strafrechtliche Verantwortlichkeit der Dolmetscher und Übersetzer, ISBN 978-3-86573-285-9, Berlino 2007.
 
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Fatture online con firma elettronica

Articolo del 21.03.2010
Le fatture online sottostanno alle seguenti regole: Gli imprenditori possono far valere l’IVA a credito contenuta nella fattura soltanto se questa reca una “firma elettronica qualificata”, come sancito dal paragrafo 14 comma 3 della Legge relativa all'imposta sulla cifra d'affari, al fine di provare l’autenticità e l’integrità del contenuto della fattura.
(3) L’autenticità dell’origine e l’integrità del contenuto di una fattura trasmessa per via elettronica devono essere garantite attraverso
1.
una firma elettronica qualificata o una firma elettronica qualificata con accreditamento del fornitore secondo l’ultima versione in vigore della Legge sulla firma elettronica del 16 maggio 2001 (BGBl. (Gazzetta ufficiale della Repubblica federale di Germania) I p. 876) modificata attraverso l’articolo 2 della Legge del 16 maggio 2001 (BGBl. I S. 876), oppure
2.
trasmissione elettronica di dati (EDI) secondo articolo 2 della Raccomandazione della Commissione 94/820/CE del 19 ottobre 1994 relativa agli aspetti giuridici della trasmissione elettronica di dati (G.U.C.E. n° L 338 p. 98), se l’accordo relativo a tale trasmissione di dati prevede l’impiego di procedure adatte a garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati.
Ulteriori informazioni: http://www.akademie.de/fuehrung-organisation/recht-und-finanzen/tipps/finanzwesen/signaturzwang-bei-e-rechnungen.html



I bambini giocano alla guerra – quali sarebbero invece le regole per giocare alla pace?

Progetto: “Servizi di traduzione della diplomazia e dei media. Europa 1450–1789”

La polemologia ci insegna che la pace non è uno stato passivo di semplice astensione ma un processo attivo. Ma come si concorda la pace?

Il progetto integrato promosso dal BMBF (Ministero federale dell'istruzione e della ricerca) “Servizi di traduzione della diplomazia e dei media. Europa 1450–1789” studia i “servizi di traduzione” prestati in occasione di trattati di pace durante le diverse epoche dell’era moderna. In via interdisciplinare vengono contemplati anche quesiti relativi alla politica, alla storia dell’arte ed alla giurisprudenza.

Uno dei principali campi di ricerca presso l’Istituto di storia europea di Magonza riguarda le metafore giustificative nei trattati di pace stipulati nel periodo compreso tra la pace di Westfalia e la rivoluzione francese nonché in occasione del congresso di Vienna.
Particolarmente interessante è uno dei tre singoli progetti: “Problemi del transfer culturale nelle relazioni con l’impero osmano”.
Un ulteriore campo di ricerca principale è il tema “Fraintesi e disinformazione nei rapporti internazionali e interculturali”. Si analizza la misura in cui le trattative e i contratti di pace dell’età moderna sono intesi per creare consapevolmente ignoranza e disinformazione, al fine di poter meglio legittimare e affermare specifici interessi.
Le fonti di base sono state elaborate attraverso il progetto della DFG (Associazione tedesca per la ricerca) di Magonza “Trattati di pace europei dell’età premoderna - online”.

Presso l’Istituto di storia della civiltà europea dell’Università di Augusta vengono esaminate le premesse per l’uso e l’applicazione delle lingue nei trattati di pace.
Gli studi sono basati sulla teoria che determinate lingue sono state impiegate come strumenti di rappresentanza nazionale nonché per imporre determinati interessi politici. Si vuole capire perché e quando sono stati utilizzati il latino, il francese o anche la lingua tedesca. Soprattutto il tedesco è stato impiegato in alcune regioni europee come lingua franca e lingua di pace.

Un ulteriore principale campo di ricerca dell’Istituto di Augusta ha per oggetto le “Traduzioni di trattati di pace in libri di storia, edizioni e giornali”.  I testi dei contratti venivano copiati, riprodotti, tradotti e trasmessi in tutta Europa ed erano pertanto parte integrante del panorama mediatico di quei tempi.

Ulteriori informazioni: http://hsozkult.geschichte.hu-berlin.de/projekte/id=344
 
 
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Emissione di fatture

Articolo del 26.02.2010

Anche nel caso delle traduzioni vale l’obbligo di dove indicare la data di consegna nella fattura

Ai fini della fatturazione è necessario tener presente che a seguito di una modifica legislativa le autorità finanziarie impongono tassativamente l’indicazione della data di consegna nella parte tabellare della fattura. Il § 14 comma 4 della Legge relativa all'imposta sulla cifra d'affari elenca tutti i dati che devono essere contenuti in una fattura; vedere
http://bundesrecht.juris.de/ustg_1980/__14.html
Se l’indicazione separata di una data di consegna o di prestazione rappresentasse o meno un irrinunciabile elemento della fattura è stato un argomento a lungo controverso. La Legge relativa all'imposta sulla cifra d'affari, il regolamento di attuazione e le osservazioni del BMF (Ministero federale delle finanze) rendevano possibili entrambi interpretazioni. La modifica legislativa ha creato chiarezza: la data di consegna deve essere sempre indicata. Ciò vale naturalmente anche per le fatture emesse da prestatori di servizi come gli uffici di traduzioni.



Differenze culturali – Contrattazioni difficili
“Le enormi diversità tra la tradizione linguistica, culturale e mentale del Giappone e quella dei paesi occidentali causa spesso gravi difficoltà durante le trattative commerciali e giuridiche con partner giapponesi (e in generale con quelli asiatici). Se nell’ambito di trattative contrattuali un imprenditore giapponese propone un’offerta ad un partner europeo e quest’ultimo non esprime alcun parere a tale riguardo, il partner giapponese considera l’offerta come accettata ed il contratto come concluso” poiché “conformemente alla sua concezione del diritto, un giapponese che propone un’offerta attende dalla controparte una risposta esplicita nel caso in cui questa decida di rifiutare l’offerta.”
Il lettore interessato può informarsi su questi aspetti e ottenere numerose ulteriori informazioni visitando l’interessante e dilettevole sito http://www.weikopf.de/index.php?article_id=127
“Origine ed evoluzione delle lingue”, nel quale il giurista Weikopf espone le sue conoscenze linguistiche che vanno dalle lingue preistoriche e dalla trasmissione di messaggi attraverso i tamtam fino ai temi riguardanti le attività di traduzione e i problemi della traduzione.
Ecco un ulteriore esempio citato da Weikopf in merito alle ‘difficoltà di contrattazione’ originate da differenze culturali:
“Quale risposta alla domanda: “Vuoi sposarmi?” nelle popolazioni di lingua tedesca o inglese il silenzio verrebbe interpretato come incertezza mentre per i giapponesi rappresenterebbe un assenso.
Se si pone la stessa domanda (in igbo, una lingua niger-congo parlata da 13 milioni di persone) ad una donna nigeriana, essa esprimerà il suo dissenso restando ferma oppure il suo assenso scappando via! - Comprendere le donne è veramente difficile!“


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